lunes, 8 de abril de 2013

VENEZUELA: L'EFFETTO CANCRO NON AIUTA L'OPPOSIZIONE

PRESIDENZIALI: VANTAGGIO INCOLMABILE del chávista Maduro 
Cosultores 30.11...Maduro 52,8%, Capriles 38,6%; Data Analisis...Maduro 50,3%, Capriles 33,9%; ICS...Maduro 56,7%, Capriles 41,7%; GIS XXI...Maduro 55,3%, Capriles 44,7%; Hinterlaces...Maduro 54%, Capriles 37%
Manca una settimana al voto per eleggere il presidente del Venezuela post-Chávez. Tutti i sondaggi danno un vantaggio per il bolivariano Nicolás Maduro superiore al 14% sul neoliberista Capriles. Costui è avviato alla terza sconfitta in soli 6 mesi, stavolta la lezione sarà più severa di quelle che gli inflisse Chávez nell'ottobre scorso. Al giovane e ultrareazionario rampollo sionista -
che solo all'estero vedono come un "progressista"- non riesce a presentare un progetto-Paese superiore o più coerente del programma 2013-2019 stilato da Chávez e già ratificato dal voto popolare che subissò Capriles.
Costui non si è risparmiato in demagogia, arrivando a promettere il 45% di aumento dei salari appena eletto, sucitando il mugugno pubblico della locale corporazione confindustriale. Nè gli giova giurare che confermerà tutti i programmi dello Stato-sociale edificato dai suoi avversari. Non lo avvantaggia l'occultamento integrale delle sue mega-privatizzazioni e gli estremismi del suo fresco passato. Gli ultras, infine, gli rovinano puntualmente il gioco quando inneggiano pubblicamente o scrivono sui muri "viva il cancro". 

Le "creative"trovate del suo marketing elettorale non funzionano in una realtà di alta politicizzazione e di sofisticate e variegate forme di organizzazioni popolari. I suoi consilieri internazionali non lo capiscono. Non riescono a evitare che l'opposizione sa riunirsi ed agire solo come compagine elettorale, per poi tornane all'ordine sparso di fazioni divise, prive di una strategia di medio termine. E sarà così fino a quando i finanziamenti del Dipartimento di Stato, fondazioni private e gruppi multinazionali saranno decisivi nella scelta della dirigenza politica anti-bolivariana. Il lungamente agognato effeto cancro è già svanito. 

Ne è convinto anche il generale J. Kelly, capo del Comando sud degli Stati Uniti: "Le aspettative sono che il presidente incaricato Maduro vinca le elezioni del 14 di aprile e le cose seguirebbero come al solito, almeno per il momento. Tra cinque anni vedremo...". Il generale ripone le sue speranze nella condizione "traballante" dell'economia, però dimentica che il Venezuela ha chiuso il 2012 con una crescita superiore el 5%.

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